The wired world of electronic waste. Se la domanda posta dalla call è come sopravvivere alla modernità, anche e soprattutto attraverso innovazioni nel campo del progetto, BIT ROT PROJECT di Valentino Bellini ci mette di fronte al fallimento pressoché totale del sistema contemporaneo di produzione dei beni. Un fallimento in cui il design è profondamente implicato. Il filosofo americano Robert Grudin nel suo libro Design and Truth ha scritto che “il buon design comporta un onesto ed effettivo coinvolgimento con il mondo”, ma qual'è la relazione col pianeta che stiamo costruendo attualmente? Attraverso il media fotografico, il giovane fotografo italiano Valentino Bellini con il suo BIT ROT PROJECT segue i movimenti globali degli e-waste, rendendone evidenti i meccanismi basati su un'illegalità internazionale e raccontando le storie di coloro che in questo meccanismo sono coinvolti. I rifiuti elettrici ed elettronici, gli e-waste, sono a livello mondiale i rifiuti in più rapida ascesa. Con un volume annuo che va tra i 40 e i 50 milioni di tonnellate, la crescita degli e-waste procede esponenzialmente e se ne prevede un aumento fino a 500 volte nei prossimi 10 anni, specialmente in paesi come India, Cina e alcune regioni africane dove l'industria tecnologica è in rapida crescita. Si tratta di rifiuti pericolosi che contengono decine di sostanze altamente tossiche per l'uomo e per l'ambiente, difficili da smaltire in modo sostenibile e che richiedono procedure complesse e dispendiose per tornare ad essere materiali utilizzabili. Per questo motivo più o meno l'80% degli e-waste prodotti nei paesi più sviluppati, Stati Uniti ed Europa tra i primi, non vengono smaltiti in situ ma trasportati, spesso illegalmente, verso i paesi in via di sviluppo. Siamo di fronte a una società che tiene in ostaggio moderni schiavi, costretti a vivere e lavorare in condizioni di totale annichilimento, una società che è essa stessa ostaggio della sua insaziabile bulimia di tecnologia ed innovazione, sempre all'inseguimento della soddisfazione di un bisogno indotto. Sempre Robert Grudin fa notare che “se il buon design dice la verità, il cattivo design propaganda una menzogna, menzogna correlata, in un modo o nell'altro a una presa o a un abuso di potere”. Questo è esattamente ciò a cui dobbiamo sopravivvere.